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Thiago Motta: “Il calcio ha ancora bisogno dei 10, la mia squadra deve emozionare come Ronaldinho”

Juventus, Thiago Motta: “Il calcio ha ancora bisogno dei numeri 10, la mia squadra deve emozionare come Ronaldinho”

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Thiago Motta

Il calcio è uno sport che trascende confini e culture, unisce popoli diversi sotto una stessa passione. Un mantra che risuona universalmente nel mondo del calcio è “La pelota siempre al diez” – la palla sempre al dieci. Questo concetto, tanto semplice quanto profondo, ha trovato una sua espressione particolare nelle carriere di molti grandi del calcio, dalla Spagna all’Argentina, fino al Brasile. Uno di questi è Thiago Motta, brasiliano naturalizzato italiano, che ha abbracciato e adattato questo mantra nella sua filosofia sia da giocatore che da allenatore.

Thiago Motta: Da Giocatore a Filosofo del Calcio

Thiago Motta, recentemente nominato tecnico della Juventus, ha trasformato il numero 10 in una sorta di manifesto personale. La sua riflessione su questo numero iconico è stata resa pubblica attraverso la prefazione che ha scritto per il libro “Numeri 10, incontri con i grandi del calcio” di Walter Veltroni, edito da Solferino. Le sue parole, riportate dal Corriere della Sera, offrono uno spaccato del suo pensiero.

Il Significato del Numero 10

“Ogni allenatore, idealmente, aspira a costruire una squadra che riproduca collettivamente le stesse emozioni, sogni e passioni che un numero 10 è in grado di trasmettere, toccando il cuore dei tifosi”, scrive Thiago Motta. Egli contesta l’idea comune secondo cui il calcio moderno, con la sua evoluzione tecnologica e il ritmo di gioco sempre più frenetico, sia nemico della creatività, in particolare quella dei numeri 10. Per Motta, la creatività è ancora una componente vitale e necessaria del gioco.

Ricordi e Influenze: Pelé e Ronaldinho

La passione di Thiago Motta per il calcio e per il numero 10 è radicata nei racconti d’infanzia del padre, che venerava Pelé, considerato superiore a leggende come Rivelino, Rivera, Cruijff e Zico. Questi giocatori, pur essendo icone del calcio, non raggiungevano, secondo il padre di Motta, la grandezza del re del calcio, Pelé. Thiago stesso ha vissuto esperienze significative allenandosi e giocando insieme a Ronaldinho, un altro numero 10 che ha lasciato un segno indelebile nella sua memoria e nelle sue emozioni.

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