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Calvarese: “Juve-Inter è un match difficile da arbitrare. Ricordo che nel 2018…”

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Gianpaolo Calvarese, ai microfoni di Tuttosport, ha parlato delle polemiche arbitrali riferite specialmente a Juve-Inter. Di seguito riportate le sue dichiarazioni:

Gara difficile: “Credo di sì, per vari motivi. Un problema mediatico: è un evento planetario, numeri incredibili. quasi un miliardo di potenziali telespettatori. E poi per motivi di tifo, perché un terzo d’Italia tifa Juve e gli altri due terzi, al di là della loro squadra del cuore, sono tendenzialmente antijuventini. Anche Roma-Lazio è difficile e la guardano in tanti, ma a fare il tifo sono solo romanisti e laziali. Juve-Inter la guardano tutti e tutti si schierano fra juventini e anti juventini. L’agonismo è estremo e i calciatori avvertono questo clima: sia la pressione mediatica, sia la storia della partita, alzano alle stelle il livello agonistico”.

Decisioni discusse: “Che forse è davvero la partita più difficile da arbitrare. Bisogna prendere, sia in campo che al Var, tante decisioni cruciali. I numeri dicono tanto ma non tutto, ci fanno comunque comprendere la complessità di questa partita. A livello disciplinare e comportamentale è forse anche più difficile di una finale di Champions League. Non mi ricordo una polemica clamorosa nelle finali degli ultimi anni, per esempio. Invece, a memoria, Juventus-Inter è stata una specie di buco nero che ha inghiottito molti arbitri. Prendete Orsato che, dopo l’episodio del 2018, non ha arbitrato l’Inter per qualche anno”.

Errori contro la Juve dimenticati: “Mi perdoni, però questo non è un problema degli arbitri, semmai di chi racconta il calcio e seleziona cosa raccontare. D’altronde anche altrove succede questa cosa: il Real Madrid in Spagna riceve lo stesso trattamento della Juventus, per esempio. La squadra che vince più delle altre è la più amata, ma anche la più odiata”.

Juve avvantaggiata: “Io posso dire che gli errori sono “semplici errori” e non ci sono macchinazioni. Soprattutto non sono mai unidirezionali e, oltretutto, penso che alla fine di un campionato gli errori tendano a compensarsi”.

Match maledetto: “Sì, mi fa piacere e ammetto che fu una prestazione con qualche errore. È un bene che adesso si possa dire e ammettere. Una volta era un tabù, che per fortuna è stato superato. Non ho gestito al meglio la gara del 15 maggio 2021, fu comunque un momento di crescita e non trovo un’onta ammettere gli errori che non volevano avventaggiare nessuno. Bisogna aver fiducia negli arbitri, anche se sbagliano, ed eliminare la dietrologia per incentivare la cultura calcistica”.

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