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PRIMA SQUADRA

Bellinazzo: “Vi spiego il nuovo format della Champions. Ci saranno poche grandi sfide. L’obiettivo…”

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Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 Ore, è intervenuto su Radio FirenzeViola per parlare del nuovo format della Champions League. Queste le sue parole: “L’obiettivo del nuovo format è avere circa 5 miliardi di introiti rispetto ai 3.5 di adesso per garantire più soldi alle 36 partecipanti, ma è un sistema da comprendere ancora. Un girone unico con otto match di sola andata, che dovevano essere 10, in base al ranking con una classifica in cui le prime otto agli ottavi di finale e le altre si affronteranno una specie di playoff. L’idea di avere tanti match in più può essere una soluzione per aumentare i ricavi, credo che sia la via di mezzo con l’attuale formula e la Superlega, ma in questa l’obiettivo era aumentare le partite solo tra i grandi club. Le sfide che possono richiamare il pubblico internazionale sono poche e vedremo se l’obiettivo sarà raggiunto quando saranno dichiarati i criteri di ripartizione dei ricavi. Per me la formula non so quanto sia comprensibile dai tifosi nella sua illogicità. La cosa buona è che per l’Italia i criteri potrebbero portare una quinta squadra ed è un vantaggio per l’intero sistema perché i soldi che girano per i club della serie A aumentano”.

Quando si saprà? “All’inizio della stagione si comunicano i criteri di ripartizione tra le Coppe europee, dovrebbero aumentare la quota di solidarietà per chi non partecipa alla manifestazioni e quelle che andranno a Conference ed Europa League che si presuppone saranno aumentate. Dunque in estate capiremo se l’obiettivo dei 5 miliardi sarà stato raggiunto”, continua il giornalista.

La Uefa sostiene che sia un format che segue le modifiche del calcio, cosa significa? “L’obiettivo dichiarato è aumentare i ricavi perché c’è la consapevolezza che il valore espresso dal calcio europeo è insufficiente, soprattutto in relazione alle leghe americane. La Nba, la Nfl per esempio drenano soldi maggiori rispetto al calcio che coinvolge un numero di tifosi maggiori. La logica è aumentare le partite per occupare fette di mercato diverse e mancante. In realtà è per dare un contentino alla Premier che, al posto della Superlega, darà una squadra in più sicuramente”.

In conclusione: “Non si è capito bene come funziona; con un’unica classifica, con squadre che affrontano altre sette avversarie ma il valore delle squadre non sarà lo stesso, si divideranno in fasce ma poi vedremo perché non sempre queste fasce sono eque, ogni squadra deve avere il diritto e il dovere di giocare contro le altre ed essere giudicata sulla base dei risultati ottenuti per le partite effettuate e non all’interno di una classifica in cui ci sono squadre che si scontrano e con le quali non giocherai mai, che rischiano di rubarti il posto e di sbatterti fuori. Bisognerà poi capire sul campo effettivamente quanto questo potrà aumentare il merito sportivo e quanto potrà piacere ai tifosi. Preferisco una formula come quella dell’Eurolega di basket, che non ha ancora i ricavi attesi, quando il progetto è stato lanciato, ma che sta riscuotendo sempre più successo. Li c’è una regular season nella quale tutti giocano contro tutti, un girone all’italiana vero e proprio e poi c’è alla parte della final four, ma questo è un progetto più lineare rispetto a quello della Champions”.

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