WOMEN
Bonansea nel documentario FIFA: “Il calcio per me è liberazione. Il primo scudetto con la Juve mi emoziona ancora oggi…”
Barbara Bonansea, attaccante della Juventus Women di Pep Montemurro, e della Nazionale italiana, è stata intervistata durante un documentario condotto dalla FIFA. La calciatrice, attraverso le sue parole, ha ripercorso la sua carriera dai primi calci al pallone fino al primo scudetto con le bianconere.
Di seguito riportate le sue dichiarazioni.
Sull’inizio nel calcio: “l calcio per me è liberazione, se penso al calcio mi sento libera. Io ero tanto timida, col calcio sono diventata più espansiva e affettiva. È grazie al calcio se sono la persona che sono, dirò sempre grazie a me stessa, ai miei genitori e a mio fratello per avermi spinto in questo. Il mio amore per questo sport è nato con me. Io andavo sempre a vedere mio fratello, un allenatore mi vide che li guardavo. Un giorno mi chiese di andare a giocare e non me lo feci ripetere due volte. Mio papà e mia mamma mi hanno sempre sostenuta. Mio padre era felicissimo, mia madre all’inizio un po’ spaventata. Poi è diventata la mia prima tifosa, i miei genitori mi hanno seguito dappertutto. Mia nonna cerca sempre dive dermi in tv, tante volte è venuta anche allo stadio a vedermi. Prima delle partite mi dice sempre di fare gol. “
Sulla prima partita: “Ero molto spaventata, mi sono cambiata e quando sono uscita dallo spogliatoio, dopo aver visto i miei compagni, ho visto che nell’altra squadra erano tutti maschi. Ho iniziato a vergognarmi e non volevo giocare. Era strano, mi sono messa a piangere. Mio papà e il mio allenatore mi hanno detto che erano solo bambini che non conoscevo. “
Sul passaggio al calcio femminile: “Quando avevo dodici anni il mio allenatore mi disse che il Torino Calcio femminile mi aveva vista e voleva andassi da loro. Ho detto subito di sì e ho iniziato a giocare con le femminile. Sono stati anni bellissimi. Io sono cresciuta lì e sono diventata la donna che sono adesso. Se devo pensare a quanti sacrifici hanno fatto i miei genitori… Sacrifici pazzeschi. Quando arrivi al campo e sai che ci sono i tuoi, giochi anche per loro. Mio papà mi chiama ancora adesso dopo le partite quando non segno, litighiamo sempre. Dopo il Torino sono passata al Brescia e mi sono dovuto trasferire da casa, è stato difficile. I miei genitori venivano sempre a vedermi, lo stesso. “
Sulla Juve e il primo scudetto: ” Quando ho ricevuto la chiamata della Juventus ero felicissima, sono juventina. Mi sono un po’ bloccata, non pensavo fosse reale. Mi sono sentita fortunata, non tante persone al mondo riescono a realizzare i propri sogni. Giocare alla Juve è bello perché senti dentro che devi dare tutto, la Juve ti entra nelle vene. In cinque anni ho vinto tanto. Il primo scudetto è stato spettacolare, noi stesse non pensavamo di poter vincere. Quando guardo le foto mi scende ancora una lacrime, sono state emozioni talmente forti che le rivivo ogni volta. “
Sul Fifa Best Italian Player nel 2016: “Nel 2016 sono stata scelta come miglio giocatrice italiana. Non me lo aspettavo, sono stata molto orgogliosa di vincere quel premio. Alla premiazione mi sono sentita strana perché c’ero io e poi una squadra di ragazzi, gli undici migliori giocatori italiani. In un’intervista mi hanno chiesto delle mie emozioni. Io ovviamente ero molto felice ma vi venne da rispondere che ero una contro undici e questo non mi sembrava giusto. Bisogna sempre dire la propria idea senza paura di essere giudicati. “
Sulla prima chiamata in Nazionale: “La mia prima chiamata in Nazionale è stata un po’ di tempo fa, non me l’aspettavo proprio. Ero al Torino. Mi ricordo che sono andata nello spogliatoio e le mie compagne mi hanno abbracciata. Ho visto tutti i miei sacrifici essere ripagati. Entrare nella Nazionale femminile è qualcosa di speciale, è una fortuna poter lottare per vincere qualcosa con questa maglia. “
Sulla diversità nel calcio: “Nel calcio femminile noi donne siamo tanto forti, io appoggio tantissimo le ragazze che hanno avuto il coraggio di parlare della propria sessualità. Queste persone sono le più libere. Pe me è motivo di orgoglio essere sempre stata me stessa e non aver dovuto nascondere delle cose. Sono molto contenta di essere come sono, molto è grazie al calcio. “