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Juventus-Lazio 3-0, l’analisi tattica del match
L’analisi tattica di Juventus-Lazio 3-0 parte dalle parole emblematiche di Locatelli: “Noi dobbiamo fare i fatti, da inizio stagione abbiamo parlato fin troppo. Ora abbiamo trovato la mentalità giusta, dobbiamo guardare quelle davanti a noi. La voglia di combattere su ogni pallone, di rincorrere tutti insieme, è il segreto per fare le vittorie“.
Parole che rispecchiano a pieno la partita vista allo Stadium contro la lazio di Maurizio Sarri. Una squadra che non ha mai tirato indietro la gamba, ha lottato su ogni pallone e non ha peccato di possesso sterile e orizzontale ma che tramite Locatelli e Rabiot ha verticalizzato il più possibile imboccando punte ed esterni verso la porta avversaria.
Juventus-Lazio 3-0, le scelte di Sarri
L’analisi tattica di Juventus-Lazio 3-0 non può non pasare dalle scelte di Sarri e Allegri. I due allenatori toscani, nonostante siano stati da sempre descritti come due poli opposti dalla stampa arrivano al match con lo stesso identico percorso. Giocano per il terzo posto, a due punti di distanza l’uno dall’altro.
Entrambi hanno maturato una fase difensiva solidissima in questa stagione, essendo due migliori difese del campionato (7 e 8 gol subiti). A delineare ancora più similitudini tra le due compagini sono stati gli infortuni.
La Lazio aveva fuori giocatori chiave come Lazzari, Zaccagni e Immobile, fondamentali nella manovra offensiva dell’allenatore toscano, con la loro assenza che si è vista nella sterilità offensiva biancoceleste.
Per ovviare alle loro assenze Sarri ha schierato Hysaj, confermato Felipe Anderson come centravanti e dato fiducia a Luka Romero dopo il gol contro il Monza, dirottando Pedro a sinistra. Mossa inusuale quella di Sarri di schierare Basic come mezzala di sinistra panchinando mettendo da parte Vecino e Luis Alberto.
Scelta data dalla necessità di guadagnare fisicità in mezzo al campo contro giocatori fisici come Rabiot, che ha però fatto perdere alla Lazio di qualità nella zona nevralgica del campo, finendo per rendere sterile la proposta di gioco biancoceleste.
Juventus-Lazio 3-0, le scelte di Allegri
Massimiliano Allegri ha dato continuità al 3-5-2 che sembra aver dato una svolta al cammino della Juventus. In difesa Danilo, Bremer e Gatti. con i due brasiliani che hanno avuto la meglio su Bonucci e Alex Sandro. A centrocampo i soliti: Cuadrado e Kostic larghi, Locatelli mediano adattato con Rabiot e Fagioli ai suoi fianchi.
In attacco Allegri ha preferito Kean a Miretti come spalla di Milik, una scelta dettata dalla volontà di giocare in maniera molto diretta sulle caratteristiche della difesa della Lazio una volta recuperato il pallone.
Juventus-Lazio 3-0, la partita dei bianconeri
Storicamente le squadre di Sarri si difendono sempre alte e strette, avvicinando tra loro il più possibile i quattro difensori restringendo la linea. E’ per questo che Allegri ha dato la precisa indicazione ai suoi uomini di cercare con insistenza il cambio di gioco verso gli esterni, specialmente Kostic, che è sempre molto bravo nel controllare i lanci che riceve e trasformarli in cross pericolosi.
Proprio ad inizio gara sono state svariate le azioni sviluppatesi in questo modo, la più pericolosa è quella che ha portato al tiro dal limite Fagioli in un’azione che ha evidenziato sia la difficoltà a chiudere su Kostic sia il pressing inefficace e dalla scarsa intensità da parte della Lazio.
Come accade praticamente sempre in questa stagione, (ma anche nelle ultime 3 stagioni targate Allegri) la Juventus parte fortissimo e poi al quarto d’ora sembra calare drasticamente di intensità
Di solito la Juve “cala” per poi difendersi dopo un gol fatto, stavolta invece è stato un errore di Cuadrado che ha portato ad una pericolosa azione della Lazio per far sì che la Juventus calasse di intensità lasciando palla agli avversari.
Da quel momento in poi, senza addentrarci in troppi dettagli possiamo dire che Allegri ha fatto l’Allegri e Sarri ha fatto il Sarri. 60% di possesso palla per la Lazio, ma il tabellino finale recita Juventus-Lazio 3-0.
Paga la scelta di Allegri di giocare di rimessa e di schierare Kean con Milik (anziché Miretti) per sfruttare al massimo i lanci lunghi in profondità, provando a sorprendere la difesa alta della Lazio.
I 3 gol sono partiti infatti tutti da giocate verso Kostic (2 assist) e verticalizzazioni nella profondità, che hanno sorpreso le disattente marcaturedei difensori di Sarri.
La Juventus ha trovato un nuovo spirito. Ora è una squadra che sa rimpicciolire i propri difetti e ingigantire quelli degli avversari. Che ha trovato in giocatori bistrattati i suoi giocatori migliori, col grande lavoro di Allegri che ha saputo rigenerarli.
Parlando di giocatori importanti, molti torneranno dopo la pausa. La Juventus ora può guardare con più serenità al proseguio della stagione, passata dal non avere più obiettivi ad averne 3.