PRIMA SQUADRA
Cosa è stato Higuaín per la Juventus
Gonzalo Higuaín. Per i tifosi juventini bastano queste due parole per sentir salire i brividi lungo la schiena e la pelle d’oca su tutto il corpo. Il Pipita non è stato solo un centravanti fenomenale, ma è stato un giocatore che ha incarnato la juventinità e l’amore per la Juventus, e soprattutto è stato un giocatore che ci ha fatto sognare ad occhi aperti.
Marotta e la clausola di Higuaìn
Era l’estate del 2016, la Juventus aveva appena comprato Pjanic nel mese di giugno, pagando la clausola rescissoria di 32 milioni di euro. La squadra più forte del campionato aveva appena prelevato da una diretta rivale il centrocampista più forte, sicuramente tra i 3 più forti dell’intero campionato.
Ricordo ancora le prime indiscrezioni sulla Juventus interessata a comprare Higuaín. Come per ogni colpo simile, si mise subito in moto la macchina del diniego e della paura sui social.
Tutte le pagine che riportavano questa notizia venivano derise, schernite e denigrate. Dove li prende la Juventus 90 milioni? Ma siete sicuri che Higuaín, con tutte le grandi squadre che ci sono, voglia andare proprio alla Juve? Queste erano le frasi più gettonate.
Giorno 14 luglio, Assemblea di Lega di Serie A. Presenti tutti i massimi esponenti del torneo, compresi De Laurentiis, Marotta e Paratici. De Laurentiis negò una qualunque trattativa, addossando le colpe di un eventuale trasferimento tutte su Higuaín. Ma a tirare fuori il coniglio dal cilindro ci pensò Beppe Marotta, intervistato subito dopo:
“Non c’è trattativa per ora. non vogliamo pagare la clausola”.
Beppe Marotta su Higuaín, 14 Luglio 2016
Il resto è storia. Higuaín approda alla Juventus per la cifra record di 90 milioni di euro. Il Pipita ci mette pochissimo a entrare nei cuori dei tifosi bianconeri, segnando a raffica sin dalla primissima partita, quando decide la gara contro la Fiorentina con un gol da rapinatore d’area di rigore.
Il primo anno di Gonzalo Higuaín a Torino
Higuaín si abbatte sulla Juventus come un tifone tropicale si abbatte d’estate nelle zone equatoriali del globo. Quando il Pipita decide di segnare, non c’è alcuna possibilità di impedirlo. Si avventa sui lanci di Pjanic e Khedira come se ogni pallone fosse l’ultimo pallone rimasto sulla faccia della terra. Perdere palla prima di arrivare al tiro non è un’opzione contemplata. Tirare senza prendere lo specchio della porta non è un concetto di cui Higuaín conosce l’esistenza. La sintesi perfetta di queste sue caratteristiche è forse il suo gol più bello, segnato il 6 dicembre 2016 allo Stadium in Juve-Roma.
Indimenticabili in quella prima parte di stagione anche i gol a Napoli e la doppietta al Torino, e i gol e le prestazioni sublimi in Champions League. Ma non è stata solo una questione di gol.
Molti non lo ricorderanno infatti, forse perché più giovani. Molti altri invece lo ricorderanno. Mi riferisco al fatto che tra il 2010 e il 2016, il problema più grande della Juventus – che impediva di salire al livello successivo, quello del top club – era la mancanza di un vero top player in area di rigore.
Eravamo abituati a vedere i Benzema, Ibrahimovic, Cavani, Aguero, Dzeko, Lewandowski, Suàrez tutti acquistati da altre squadre. Puntualmente alla Juventus veniva accostato uno di questi, ma alla fine i nomi con cui ci si doveva “arrangiare” erano Matri, Quagliarella, Llorente, Morata. Giocatori di tutto rispetto ma di una categoria differente rispetto ai sopra citati.
Higuaín ha significato anche la fine di un’astinenza da centravanti vero che durava da almeno 6 anni, dalla partenza di Trezeguet.
Ovviamente la macchina del diniego e della paura riesce ad arrivare sempre a escogitare qualcosa che non ti aspetti per denigrare il giocatore di cui si ha più timore, e per Higuaín, non potendo certo schernirlo per mancanza di gol in campionato, si arrivò a schernirlo per mancanza di gol in Champions.
Purtroppo anche questo falso mito si sgretola come un castello di sabbia. Higuaín nei suoi due anni alla Juventus fa 10 gol in Champions League, ripartiti esattamente in 5 ciascuna annata. Indovinate quanti gol a stagione in champions in quei due anni hanno segnato a testa Suàrez, Benzema e Lewandowski? 5 ciascuno, 5 a stagione. Higuaín segnava, segnava eccome.
Le prestazioni in Champions League e il secondo anno
Higuaín alla Juventus si consacra come uno dei centravanti d’Élite del mondo. Sicuramente il primo anno di Juventus, con 32 gol è il suo anno migliore in bianconero a livello realizzativo, ma a mio avviso la sua prestazione migliore in Champions è arrivata il secondo anno.
Partiamo con ordine, però. Higuaín nei primi mesi di Juventus continua quello stato di grazia di cui ha goduto nella stagione 15/16 al Napoli. Ogni singolo pallone che tocca sembra essere destinato a diventare gol, e il Pipita sembra essere mosso da una cattiveria inumana quando sente il pallone nelle vicinanze. Un esempio è la partita in casa con il Sassuolo, la famosa doppietta col secondo gol in sforbiciata cinematografica.
Ecco, questo stato di assoluta grazia calcistica continua pure in Champions. Nel girone segna 3 gol in 5 partite, sbagliando anche un rigore (in casa, contro il Lione).
Nella stessa partita, il primo pallone che tocca è un colpo di testa che batte il portiere, scheggia la traversa e finisce sulla linea di porta, senza entrare. Quella cattiveria che lo portava ad avventarsi sul pallone come un assassino, come un tossicodipendente si avvenga sulla sua dipendenza, che lo portava ad essere feroce, letale, senza alcuna pietà.
Purtroppo col passare dei mesi quello stato di grazia divina viene a mancare, così come viene a mancare la sua cattiveria inumana in zona gol. Riesce comunque a segnare 32 gol, ma non mantiene i giri del motore a quel ritmo elevatissimo anche nella seconda parte di stagione.
Ritorna a segnare in Champions nella semifinale di ritorno contro il Monaco, con una doppietta. Iconico l’abbraccio con Bonucci sotto il settore ospiti monegasco. Quello fu il momento più alto in cui Higuaín fu protagonista in Europa. Quello fu il momento più alto, per noi tifosi, del sogno Higuaín.
La sua prestazione migliore in Europa, però, è quella nell’ottavo di finale di ritorno contro il Tottenham. All’andata Higuaín segna una doppietta portando la Juventus sul 2-0, un gol bellissimo su assist di Pjanic e un rigore. Sempre il Pipita fallisce il possibile 3 a 0 dal dischetto, i londinesi sono bravi a riportare la partita sul 2-2.
Al ritorno il leader assoluto in campo è proprio Higuaín. Nonostante il Tottenham passa in vantaggio con Lucas Moura, il Pipita segna prima allungandosi da vero centravanti su assist di Khedira, poi da vita alla magia servendo a Dybala un assist fenomenale per il 2-1. La Juventus vola ai quarti di finale. Sempre nella stessa annata, il suo gol più iconico in assoluto.
Il gol che decide la sfida di San Siro in campionato contro l’Inter, e che per la Juve vuol dire 7 scudetto consecutivo. Minuto 92, ultima azione, cross su punizione di dybala, gol di testa di Higuaín. Ha segnato la Juventus, ha segnato il Pipita. La Juventus non muore. Letteralmente. Mai.
Sarri e l’addio
Gonzalo viene sacrificato sull’altare del bilancio per far spazio a Cristiano Ronaldo. Il centravanti argentino pesava troppo sulle casse di Madama per convivere con CR7.
Nell’estate 2019, però, il Pipita torna dal prestito al Chelsea e la Juventus non riesce a venderlo in nessun modo. Higuaín rimane, e c’è ancora tempo per lui per contribuire a scrivere un ultimo e importantissimo capitolo della storia Juventina.
I gol più importanti di quell’annata sono senza dubbio il gol all’Inter nel derby di andata di Serie A del 24 Aprile 2018 e il gol da playstation fatto in coppa Italia contro l’Udinese. Il Pipita chiude la stagione vincendo lo scudetto, il suo terzo in bianconero, l’ultimo dei 9 scudetti consecutivi di Madama. Non solo, con 66 gol raggiunge una leggenda bianconera come Pavel Nedved per gol all’attivo con la Juve. Ma, cosa più importante di tutte, Gonzalo Higuaín si è guadagnato per sempre un posto nei cuori di tutti i tifosi della Juventus.