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Bonatti: “Alla Juve un bilancio straordinario. Mi sarebbe piaciuto restare in bianconero ma…”
Andrea Bonatti è ufficialmente il nuovo allenatore della Triestina dopo l’addio alla Juventus Primavera. Ai microfoni di Tuttojuve.com, l’ex allenatore bianconero a ripercorso il suo passato sulla panchina della Vecchia Signora. Di seguito riportate le sue dichiarazioni.
Che cosa ti ha convinto a scegliere la Triestina? “Sono convinto che la Triestina sia il club adatto in cui poter esprimere al meglio la mia idea di calcio. Ho avuto anche dei contatti con altre squadre, ma non ci ho pensato due volte ad accettare questa sfida. Il direttore, fin da subito, mi ha saputo far apprezzare un progetto nuovo e ambizioso, è appena arrivata una nuova proprietà che ha tutta l’intenzione di far bene. Ho vissuto tre anni importanti alla Juventus, se sono qui è anche per merito loro“.
A distanza di qualche anno, c’è stata la possibilità di poter tornare tra i professionisti e l’hai colta subito al volo. Hai già pensato a quale saranno gli obiettivi di questa stagione? “Gli obiettivi li guarderemo più avanti, ad oggi è francamente impossibile poterli stilare. La rosa non è ancora stata costruita, nell’ordine delle idee c’è la voglia di far bene e di giocare un buon calcio. La proprietà è cambiata pochi giorni prima dell’iscrizione, sappiamo che ci sarà un po’ di ritardo da recuperare e questo non mi spaventa affatto. E la volontà è di costruire un qualcosa di importante“.
Quali sono i ricordi che vuoi condividere dell’esperienza vissuta in bianconero? “Il bilancio è stato straordinario, ho avuto la possibilità di inserirmi in un contesto organizzativo complesso che mi ha completato come formazione nel ruolo di allenatore. Ho conosciuto tante persone che rappresentano delle eccellenze da un punto di vista tecnico e manageriale. Era difficile aspettarsi qualcosa in più, ma dei risultati ottenuti sono enormemente soddisfatto. Nell’anno dell’U16, al momento dell’interruzione per la pandemia, stavamo facendo un lavoro eccezionale per il distacco accumulato sugli avversari, con la squadra sempre e in continua crescita“.
E nella Primavera, invece? “Anche con la Primavera è stato fatto un lavoro straordinario. Sempre nell’anno del ‘Covid-19′, siamo riusciti a concludere al primo posto il girone d’andata. Auguro alla Juventus di ottenere nuovamente questo risultato, ma fino ad allora non era mai successo. E’ stata una soddisfazione per un gruppo di lavoro che ha fatto tanto in quella stagione. Nell’ultima annata siamo stati molto coraggiosi nel togliere dalla lista i fuori quota, abbiamo disputato 47 partite ufficiali e c’è stata la grande cavalcata della Youth League in cui siamo usciti da imbattuti e solo per un calcio di rigore. Tutti insieme siamo stati protagonisti nell’alzare l’asticella delle prestazioni della Juve, in un punto che ci rende molto orgogliosi“.
Nell’ultima stagione, specialmente, c’erano tante individualità con un grande potenziale. Quali di loro, a tuo parere, potrà fare carriera? “La base, a questa età, è avere all’interno del gruppo che possiedano una grande cultura del lavoro. Come la Juve U19 di quest’anno. Il discorso vale per tutti, non solo per quelli che hanno giocato di più. Tutti hanno avuto una buona progressione, i talenti ci sono e vanno aiutati. Come? Bisogna creare una struttura di gioco in grado di non ingabbiare le loro qualità. Solo così potranno diventare forti e intraprendere un’ottima carriera“.
In effetti, qualcuno di loro è poi riuscito a fare il salto in U23 e in prima squadra. Penso a Miretti, De Winter, Soulé, Aké e tanti altri: “Può dipendere solo da loro, chi ruba l’occhio oggi deve essere in grado di saperlo fare anche domani. Altrimenti lasceranno spazio a quei giocatori che si erano messi meno in mostra. Non bisogna affrettare i tempi e ne ritardarli, su questo la Juve è sempre stata molto sensibile. Faccio un esempio concreto: sono legatissimo a Mulazzi e Savona ed entrambi hanno disputato un’annata straordinaria, ma è impossibile paragonare il loro talento. Soulé è un fiorettista, chi non è innamorato di lui? Bisogna essere equilibrati nei giudizi, non me la sento di dire chi è più forte. Questa è un’età in cui i ragazzi si stanno ancora formando, bisognerà poi vedere come reagiranno alle pressioni e alla competizione“.
Visto che li conosci molto bene, proverai a portarne qualcuno a Trieste? “E’ normale ci siano tanti giocatori bravi che giocano nella Juventus, posso dire che insieme al direttore cercheremo i profili giusti da inserire in questo contesto. Work in progress. Questa, poi, è una tifoseria davvero molto appassionata. Stiamo ragionando su diversi calciatori, alcuni li conosco un po’ meglio dal punto di vista caratteriale e tecnico. Può essere che qualcuno possa fare al caso della Triestina”.
Saresti rimasto ancora alla Juve, oppure era arrivato il momento di provare una nuova avventura? “Mi sarebbe piaciuto restare in Juventus perché è una realtà in cui mi sono sempre trovato bene con le persone e per la progettualità, ma al tempo stesso avevamo concordato un anno fa che se fosse arrivata la possibilità giusta mi sarei sentito pronto per vivere un’esperienza diversa“.