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Alcibiade: “Separazione consensuale con la Juve. Dragusin e Ranocchia da prima squadra”
La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l’ex capitano della Juventus U23 attualmente alla ricerca di un nuovo club in cui giocare la prossima stagione, Raffaele Alcibiade, per parlare approfonditamente della sua esperienza bianconera e non solo:
Hai concluso la tua esperienza in U23 da poche settimane, come stai? Ti stai tenendo in forma? “Fortunatamente tutto procede per il meglio, sono tornato a Gallarate e qui mi sto allenando con un allenatore privato per tenermi in forma. Lavoro quanto un giocatore in ritiro, l’afa è insopportabile ma non mollo di un centimetro. L’obiettivo è di essere già pronto nel momento in cui arriverà una chiamata”.
Quale potrà essere il nuovo progetto che potrà coinvolgerti? “Abbiamo ricevuto diverse offerte, ma non sappiamo ancora nulla nello specifico. Le squadre interessate sono il Foggia, la Juve Stabia e il Gubbio, stiamo valutando al meglio quale potrebbe essere la proposta più vantaggiosa per quelle che sono le mie esigenze. Mi auguro che questa sarà la settimana per poter chiudere un accordo, vedremo quel che succederà”.
Eri in una situazione del genere anche l’ultima volta in cui c’eravamo sentiti, poi a sorpresa la Juve ti propose nuovamente un contratto e lo accettasti senza pensarci due volte. Potrebbe capitare nuovamente la stessa cosa? “Ero molto vicino all’Alessandria, ma poi si inserita nuovamente la Juventus e mi ha convinto. Conoscevo già Fusco e mi contattò Pecchia, non si poteva rifiutare. Questa volta però è molto più difficile, perché la separazione è stata consensuale da parte di entrambi. Il club ha in mente di fare una seconda squadra composta in prevalenza da under, per questo penso sia corretto il fatto di uscire da questa realtà per cercare nuove sfide ambiziose. Non nego che sono stato benissimo, con la dirigenza c’è stima reciproca e i rapporti sono ottimi. E il mio ruolo qui l’ho interpretato al meglio”.
Come è stata la tua esperienza in U23? Che cosa puoi raccontare? “E’ stata molto positiva, in questi anni è stato vinto un trofeo e diversi ragazzi sono riusciti ad essere costantemente nel giro della prima squadra. Certo c’è stata qualche difficoltà legata al fatto di non aver mai tutti gli effettivi durante la settimana, ma la Juve U23 ha sempre cercato di ovviare al meglio tutto questo. Non è stato facile anche per via del Covid-19 che l’anno scorso ci limitò parecchio, quest’anno invece siamo stati sfortunati”.
Lo stesso discorso lo faceva anche il tuo ex compagno di squadra Timothy Nocchi la scorsa settimana nell’intervista per Tuttojuve: “Diciamo che è una situazione particolare, perché spesso e volentieri abbiamo la prima squadra convocava i nostri giocatori di punta e di conseguenza non erano disponibili per la partita. Oppure, come successo in qualche occasione, tornavano qualche ora prima e non riuscivano giustamente a rendere come dovevano. Non è stato semplice, però comunque abbiamo fatto del nostro meglio”.
Quale è stato il vero obiettivo in questi anni dell’U23? Quello di centrare la Serie B oppure di portare più giovani possibili ad esordire in prima squadra? “L’obiettivo era di raggiungere la Serie B entro tre anni, è chiaro poi che il progetto è cambiato per le difficoltà e per quanto è successo. Si è capito che vincere un campionato non è così semplice, specialmente se lo devi fare con una squadra prettamente costituita da giocatori giovani. Quest’anno, in particolare, la prima squadra ha avuto grosse difficoltà tra infortuni e Covid-19, per questo l’U23 è servita più da raccordo. Diciamo che la promozione è passata un po’ in secondo piano, ma comunque siamo riusciti ad aiutare la Juve e a fare un ottimo campionato”.
Quindi, da quel che sto capendo, la priorità era far esordire i giovani in prima squadra? “Sì, la preferenza è stata di dar spazio a qualche giovane in prima squadra. I giovani che esordivano negli anni scorsi erano sempre molto pochi, al contrario di questa stagione in cui Pirlo ha fatto esordire diversi talenti promettenti. La filosofia però resta immutata: la seconda squadra punterà sempre a fare un campionato da protagonista e vincere ogni partita. C’è bisogno di sbagliare ed imparare, quante volte sono state fatte partite bellissime e quelle successive non erano all’altezza. E’ normale, i ragazzi hanno bisogno di molte chance”.
Se aveste avuto a disposizione tutti gli effettivi, la Juve U23 poteva aspirare a vincere il campionato? “Onestamente sì, per me eravamo da prime tre posizioni anche senza qualche giocatore. Spesso sono capitati casi di Covid-19 quando i giovani andavano ad allenarsi in prima squadra, con la conseguenza che venivano posti in isolamento anche loro. Questo costringeva all’U23 a perderli per due settimane, oltre a quelli che erano già aggregati alla rosa di Pirlo. Sarebbe stato diverso giocare tutto l’anno con Dragusin, Di Pardo, Fagioli, Frabotta e tanti altri, questo ha inciso fortemente. E’ come se alla Juve toglievi Ronaldo o Chiellini, infatti lo abbiamo visto quest’anno come è andata”.
Vedendo i ragazzi che si allenano oggi con la prima squadra, chi ha più chance di rimanere? “Per me Ranocchia, ancora in grado di crescere tantissimo, e Dragusin che può diventare davvero forte. Però non è un discorso matematico, può dipendere da molti fattori come il gusto personale dell’allenatore e il mercato che può avere un giovane. Loro due sono quelli per cui spenderei una parola, ma ce ne sono davvero tantissimi. Posso nominare tranquillamente Da Graca, Correia e Rafia che lo abbiamo visto far bene con il Cesena, ma in prima squadra nel suo ruolo c’è l’imbarazzo della scelta. C’è anche Fagioli che piace molto ad Allegri, vedremo quindi che deciderà la dirigenza”.