PRIMA SQUADRA
Juventus U23, Israel: “Buffon il migliore, Szczesny in top 10. Vorrei un futuro alla Juve”
Dopo 82 giorni di assenza, dovuti alla frattura dello zigomo, il portiere della Juventus U23 Franco Israel è finalmente tornato sul rettangolo verde, esattamente un mese fa, contro la Pistoiese. Un ritorno non esclusivamente in campo, ma anche ai microfoni dei giornalisti. Infatti, l’estremo difensore uruguayano, classe 2000, è stato intervistato da JuventusNews24, raccontando il momento attuale della squadra, le amicizie nello spogliatoio e molto altro ancora. Riportiamo di seguito le sue dichiarazioni.
La sfida playoff: “La squadra sta bene. Abbiamo giocato tante partite ravvicinate ma stiamo bene. Sarà una partita tosta contro la Pro Patria e andremo là per vincere. Ho fiducia nei miei compagni e credo che potremo fare una grande prestazione”.
La Pro Patria: “Durante la settimana studiamo la squadra avversaria: con il preparatore dei portieri guardiamo i loro punti di forza. Ci diciamo ad esempio: ‘Questo giocatore è bravo di testa’ oppure ‘Lui calcia bene da lontano’. Il giorno prima della partita guardiamo video di almeno mezz’ora sugli avversari, in cui vediamo anche situazioni specifiche come i calci di rigore”.
Il percorso in Serie C: “Abbiamo disputato un buon campionato, con alti e bassi. Forse il girone d’andata, dal punto di vista dei risultati, è stato migliore rispetto a quello di ritorno. Abbiamo comunque raggiunto il nostro obiettivo di arrivare nei playoff”.
Le assenze dovute al Covid: “All’inizio, dopo aver disputato due partite, siamo entrati subito in bolla. Le positività al Covid non ci hanno permesso di giocare con tutti gli elementi della squadra. Non sono scuse, ma sono difficoltà che bisogna affrontare”.
L’infortunio allo zigomo: “L’infortunio è stato il più grave fino a questo momento della mia carriera. Restare tre mesi fuori senza giocare è stata dura. Sono stato un mese fermo nel letto, non potendo neanche camminare: in quel momento senti davvero che ti manca qualcosa psicologicamente. Anche fisicamente ho perso cinque chili e ritornare in condizione è difficile. Ho impiegato un mese e mezzo per ritrovare la forma fisica e poi un altro mese e mezzo per recuperare anche dopo essere tornato in campo. Sentivo che, appena rientrato, mi mancavano le distanze e la velocità del pallone… Piano piano mi sono abituato, e sto cercando di ritornare al mio livello”.
Il rapporto con Zauli: “È stato molto importante. Sono stato un anno insieme a lui in Primavera, ho sempre avuto un bel rapporto e sapevo quello che chiedeva e ciò che gli piaceva: le uscite, per esempio. Avevo già confidenza con il mister”.
La crescita in Italia: “Io credo di essere migliorato un po’ in tutto. Qua alla Juve si lavora diversamente rispetto al Sudamerica: ci si concentra più su situazioni da replicare in partita. In Italia si cerca di ricreare le azioni di gioco, anche gli aspetti tecnici: l’uscita alta, come posizioni il ginocchio, come mettere la spalla e la testa durante una parata. Qua ti puliscono… In Uruguay fai sei/sette parate durante gli esercizi in allenamento, in Italia una/due perché in partita non ti capitano mai così tanti tiri consecutivamente. Ne fai una, massimo due”.
Il trasferimento alla Juventus: “Per prima cosa la Juve è una delle squadre più forti al mondo. Secondo aspetto la scuola di portieri in Italia è tra le migliori. Ma quando ti chiama questa società non puoi dire di no”.
Il passato da cestista: “Da piccolo ero più forte a basket che a calcio. Ho scelto però la seconda strada perché mi piaceva di più, avevo più amici. Ma da bambino ero più bravo nell’altro sport (ride ndr)”.
I primi due anni in Primavera: “Il primo anno è stato più di adattamento: ho disputato solamente quattro partite. All’inizio quando sono arrivato è stato un po’ strano anche per la lingua: dicono che spagnolo e italiano siano simili, ma se non lo sai è difficile parlarlo. Quando sono arrivato è stato difficile adattarmi anche perché il primo mese sono stato in Primavera, poi il mese successivo con l’Under 23 e anche in prima squadra. Non avevo continuità perché facevo parte di diversi gruppi, non di uno unico. Il secondo anno han deciso di lasciarmi fisso in Primavera e lì ho trovato più continuità ed ero più fiducioso”.
L’amicizia con Bentancur: “Lui è stato importantissimo. Il primo giorno che sono arrivato mi ha chiamato, ho parlato con lui. Il fatto di essere entrambi uruguaiani ha aiutato. Mi ha fatto fare il tour della Continassa, di Vinovo: posso dire di aver trovato un amico fuori dal campo. Almeno una volta a settimana ci sentiamo, vado a casa sua o lui viene a casa mia, prendiamo il mate e mangiamo l’asado. Chi è più forte alla playstation? Rodrigo (ride ndr)”.
L’allenamento con gli altri portieri: “Guardo tutto, quando vado con loro è incredibile. Quello che mi impressiona di più è che, durante gli esercizi, su 10 parate fanno bene 10 volte. Non so come fanno davvero… Io ne faccio 8/9 bene magari, e penso: ‘È incredibile come loro siano perfetti sempre’. Non è un caso, lo fanno spesso. Szczesny penso sia nella Top 10 al mondo, mi piace moltissimo la sua tecnica; poi c’è Pinsoglio, con il quale ho un bellissimo rapporto. È un amico, ha un impatto importantissimo sulla squadra. Tu lo vedi e dici ‘Sì è il terzo portiere’, ma lui carica davvero tanto i compagni. Buffon è il mio idolo fin da piccolo, allenarmi con lui è un sogno”.
Gli idoli: “Da bambino erano Buffon e Casillas. Loro due erano sopra tutti gli altri”.
Ronaldo: “È incredibile: quando lui è in giornata puoi fare di tutto ma non gliene pari una! Ha questa capacità di finalizzare l’azione che non avevo mai visto prima. Di tacco, di testa: non riesci a prenderne una… Fuori dal campo è un fenomeno, anche nel rapporto che ha con i giovani che salgono in prima squadra. Tu pensi ‘Beh, è Cristiano Ronaldo’ invece no: lui è umile, ti parla, è davvero un crack”.
Gli obiettivi futuri: “L’obiettivo primario è arrivare più in alto possibile. Con la Pro Patria come ho detto è una partita tosta ma ho fiducia nei miei compagni e credo che faremo una grande prestazione. Poi il prossimo anno vedremo: non so ancora cosa farò, mi piacerebbe restare alla Juventus”.