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PRIMA SQUADRA

Pinsoglio: “Se c’è qualche rosso da prendere, mi sacrifico io. Tifo Juve da sempre”

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Carlo Pinsoglio, terzo portiere della Juventus, ha rilasciato un’intervista al famoso trio comico GliAutogol, sulla piattaforma streaming Twitch, ricca di aneddoti e curiosità sul gruppo squadra. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:

Il ruolo di terzo portiere

Carlo, il ruolo del terzo portiere negli ultimi anni è cambiato. Qualche anno fa solitamente era occupato da un portiere della primavera, mentre adesso è un uomo spogliatoio fondamentale. Ti senti un ruolo importante?

“Si, il terzo portiere è un ruolo particolare, perché devi essere a disposizione a 360 gradi della squadra. Io lo faccio sempre, sono uno che sta dietro ai compagni, che incita e che si fa voler bene, anche in allenamento. Mi fa molto piacere farlo, perché comunque sono sfide e stimoli in più che puoi dare. Penso di essere apprezzato dai miei compagni per quello che sono e quello che faccio”.

Questa cosa in effetti si vede, sia dallo stadio che da casa. Come ruolo di terzo portiere vedrei bene anche Bonucci, che dalla panchina si fa spesso sentire.

“È vero, lui è uno che anche quando è fuori dal campo, incita la squadra. Comunque sia, se c’è qualche rosso da prendere, mi sacrifico io (ride)”.

Amicizia con Ronaldo

Ormai lo sanno tutti, tu e Ronaldo siete molto amici. Com’è nata questa amicizia? Ti aspettavi di diventare così amico con lui?

“È nato tutto in campo. Io arrivo sempre al campo scherzando e dicendo “oh, dai un po’ eh ragazzi” (fa una smorfia) e tutte queste cose qua, poi anche le sfide in campo. Tutte cose divertenti che ci hanno portato a legarci. Dopo siamo stati a cena assieme, è una persona davvero piacevole con cui puoi chiacchierare tranquillamente, e da lì in poi abbiamo continuato a migliorare il nostro rapporto. Mi fa piacere e, sono sincero, non l’avrei mai detto perché è sempre e comunque Cristiano. Quando è arrivato la prima volta lo guardavo meravigliato, poi mi sono sciolto”.

Tu vai spesso a cena con Cristiano, chi paga la cena?

“No, ha pagato sempre lui, è stato gentile”.

Cosa mangia? Fa uno strappo alla regola, ad esempio la lasagna o i cannelloni?

“Siamo andati a casa sua, anche in Portogallo, e abbiamo mangiato una cena normale, cannelloni e cibi simili no, però una buona e normale cena”.

Rapporto con Buffon

E con Gigi (Buffon ndr) stessa cosa, tu che sei un portiere, avere a che fare con forse il più grande della storia è clamoroso.

“Si, anche perché io lo conoscevo già quando mi allenavo con loro da ragazzino. Ritrovarlo dopo 7 anni è stato un onore ed un piacere”.

Tu hai vissuto il Buffon titolare, mentre adesso è spesso al tuo fianco. Come vive le partite Gigi? Immagino che anche solo il vivere la partita con lui sia una cosa pazzesca.

“Si, anche perché Gigi per sfogare l’adrenalina talvolta si alza, fa un giro e poi torna. In campo invece è più facile. Anche per me è faticoso, infatti ho detto “quest’anno riperdo i capelli, oh” (ride)”.

Chi si agita di più tra te e Gigi?

“Io mi agito molto di più”.

Professionalità di Chiellini

Giorgio (Chiellini) è davvero sempre così concentrato e professionale come lo dipingiamo noi?

“Giorgio è sempre concentrato e serio, però quando c’è da ridere, scherza”.

Lo spogliatoio

Allora Carlo, entriamo nello spogliatoio della Juve: chi è il più casinista? Forse McKennie?

“McKennie, si, è molto simpatico, crea l’atmosfera giusta. Però, in generale, nei momenti di relax tutto lo spogliatoio fa caciara, non c’è uno in particolare”.  

Ce n’è invece uno sempre molto concentrato, che si rilassa poco? Alla Mandzukic?

“Mandzukic era tanto così, però quest’anno non c’è nessuno come lui. Era anche simpatico, ci ho scherzato ogni tanto, però … non apprezzava molto (ride)”.

Nello spogliatoio si ascolta la musica?

“Si, abbiamo anche in palestra l’impianto stereo sempre acceso quando facciamo attivazione muscolare”.

C’è un dj che sceglie i pezzi tra di voi?

“Dipende da chi arriva prima. Se è un sudamericano, mette musica spagnola, il reggeton. Però bene o male ascoltiamo tutti la stessa musica”.

Chi mette la musica peggiore, più fastidiosa?

“Demiral ogni volta che entra in palestra mette sempre la stessa musica, quella di Rocky (Balboa ndr) e quindi iniziamo a rompergli le scatole”.

Quale compagno ti porteresti in vacanza?

“Sono quasi tutti sposati e fidanzati, quindi … ah McKennie, mi sembra che non lo sia, scelgo lui”.

E invece con chi non andresti, perché è magari troppo preciso?

“Io faccio un po’ di casino, quindi dico Giorgione perché altrimenti mi tirerebbe un pugno (ride)”.

La carriera

Parlando della tua infanzia, avevi una squadra del cuore da piccolo?

“Io sono cresciuto nel Moncalieri, la mia città natale, però ho sempre tifato Juve”.

Quindi è forse anche per questo che non hai mai scelto di provare un’esperienza da titolare.

“Si certo, sicuramente questa credo sia casa mia, è una grande famiglia. Sono cresciuto qua da quando avevo 10 anni, quindi quando devi andar via, ad esempio l’esperienza in prestito a 19 anni, è stato brutto, anche se avevo la speranza di ritornare. Quando me l’hanno comunicato, non ero felice, di più”.

Questa tua fedeltà verso la Juve, come detto, ti porta a giocare poco. Non ti manca giocare titolare?

“Sono sincero, il campo mi manca. Sai, giocare e sentirsi protagonista è sempre bello”.

C’è una partita della tua carriera a cui sei più legato?

“La rimonta con l’Atletico in Champions, una delle partite più belle. Cristiano volava sulla Nuvola Speedy”.

Il mister Pirlo

Per quanto riguarda il mister Pirlo, ogni tanto sorride?

“Si, ride, con piacere anche”.

Tira qualche punizione durante gli allenamenti?

“Si, ci siamo fermati qualche volta dopo l’allenamento. Ha ancora il piede caldo”.

Curiosità

Da casa chiedono quanti tatuaggi hai?

“Non saprei … 20 o 25, sono sparsi”.

Una cosa che mi sono sempre chiesto: voi calciatori, non avete paura a tatuarvi su parti del corpo che poi utilizzate molto in allenamento, come le gambe o le braccia?

“No, però ti dico che mi è capitato di farli sulle braccia in settimana e durante i primi due giorni, negli allenamenti, quando la palla sbatteva contro la pelle gonfia era fastidioso. Per nel giro di tre giorni spariva tutto”.

Carlo, in che città, dove hai giocato, ti sei trovato meglio?

“A Modena, una bellissima città”.

Carlo, ultima domanda, fai qualche gesto scaramantico prima delle partite?

“Si, quando i ragazzi entrano in campo e si dispongono per l’inno della Serie A ci incitiamo sempre con le stesse frasi. Per esempio, Bonucci dal campo mi urla “Dai Pinso, dai un po’ eh” quindi è un rito di prepartita”.

Collaborazioni: Juventus Planet.
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