PRIMA SQUADRA
Juventus, di gran lunga la sconfitta più bruciante
Occasioni a raffica, situazioni favorevoli, un palo, ma alla fine sul punteggio c’è scritto 2-1 a favore del Napoli. Quarta sconfitta stagionale per la Juventus, che resta comunque seconda e in piena zona Champions, anche se la distanza con il Milan terzo resta comunque minima. Però nella gara di ieri c’è davvero tanto da rimpiangere per i bianconeri: dalle occasioni passando per le situazioni fino alla gestione scellerata di Nonge.
La Juventus non meritava di perdere
Nella serata amara del Maradona si fa fatica a trovare un capro espiatorio. Se negli altri stop stagionali la Juventus e Allegri erano stati accusati di passività, superficialità e pochezza offensiva, contro il Napoli si è vista un’altra squadra, quanto meno diversa dalle ultime scialbe uscite. Chiesa è parso in buona forma, tanto da trovare la rete con diagonale di pregevole fattura. La difesa è stata attenta, dove anche Alex Sandro non si è fatto dispiacere. Forse c’era da aspettarsi qualche lampo in più da Cambiaso, ma in generale, per la mole di occasioni comunque create, non è stata una gara che la Juventus meritava di perdere.
Serata di rimpianti
Quindi sì, è stata una serata di rimpianti, di quelle che ti riempiono la bocca di amarezza. Quell’amarezza che viene raccontata dalle parole di Vlahovic nel post gara, dove il ragazzo ha avuto l’umiltà di presentarsi alle telecamere facendo mea culpa per le occasioni sprecate. Il primo pallone di testa è finito fuori per questione di centimetri, il palo clamoroso grida ancora vendetta. Poi c’è stato quell’errore davvero grave allo scadere del primo tempo. Dove serviva solo un po’ di freddezza per battere Meret. Infine l’errore di gioventù di Nonge, un’entrata troppo irruenta e che ha provocato il rigore e il successivo gol di Raspadori. E per finire l’occasione nell’area piccola di Rugani nei minuti di recupero. Quanta amarezza in una stagione che ha preso una piega davvero strana e in qualche modo crudele.
Nonge e una gestione rivedibile
Nonge è diventato il volto copertina assieme a Vlahovic della sconfitta al Maradona. L’errore c’è ed è grave. Osimhen era in una posizione complicata, dove poteva fare davvero poco per essere pericoloso. Sarebbe servita più freddezza, ma è anche legittimo sbagliare per un ragazzo di 18 anni. Però il suo ingresso in campo forse non era nemmeno giusto tatticamente. Serviva un altro cambio, più offensivo. Sarebbe stato più sensato l’inserimento di un Milik o di un Kostic, visto che la Juventus doveva inseguire il pareggio. Così come la sostituzione dello stesso giocatore dopo il rigore causato. A quel punto tanto valeva lasciarlo in campo, così rischi di bruciare un elemento che ha da poco iniziato ad affacciarsi ai grandi palcoscenici.