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Intervista John Elkann (seconda parte): “Gli Agnelli tifosi prima che proprietari. Continuità con Andrea…”

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John Elkann, ad di Exor, ha rilasciato una lunga intervista a La Stampa in occasione dei cento anni di proprietà della Juventus da parte della famiglia Agnelli.

Festeggiamento centenario:La nostra festa, durerà fino all’autunno. Una serie di momenti da vivere in famiglia, con gli amici, con chi condivide la passione per la Juve. A partire da domani sul sito Juventus.com e su tutti i nostri social ci sarà un omaggio collettivo con i grandi nomi del nostro passato e del nostro presente“.

Sulla discontinuità con Andrea Agnelli: “Assolutamente no. Al contrario esiste una chiara continuità tra le origini e oggi: una linea ininterrotta, fatta di innovazione, tenacia e soprattutto di emozioni impagabili che ci rendono felici di essere bianconeri“.

Delusioni: “Le delusioni servono, fortificano. Le delusioni servono, fortificano. Se perdi come abbiamo perso contro il Maccabi, certo che fa male. Ma quello è un momento decisivo per imparare. Penso che l’importante sia sempre cercare di far meglio. E comunque noi bianconeri siamo fortunati: la Juve ci ha sempre dato molte più gioie e soddisfazioni che delusioni”.

Legame con la Juve: “C’è un doppio filo di continuità che unisce la nostra famiglia alla Juventus in questi cento anni: un amore viscerale, perché legato a momenti di vita in famiglia e a ricordi indelebili. E poi la responsabilità di costruire il futuro innovando e adattandosi ai tempi. Come diceva mio nonno ‘Juventus vuole dire gioventù’. Gioventù vuol dire essere proiettati verso il futuro. Il suo passato è ricco di gloria, ma con il nome che porta è a futuro che si deve guardare“.

Proprietà Agnelli: “Certo. Ma siamo prima di tutto dei tifosi. Ci sono squadre di calcio che sono legate a un’azienda, ne son storicamente l’emanazione, come è stata il Psv Eindhoven con la società olandese Philips. La Juventus no. Non è mai stata l’emanazione di una società come la Fiat. È sempre stata la squadra di una famiglia, non di un’azienda”.

Tradizione e innovazione:Fin da quando mio bisnonno divenne presidente, nella Juvetus la tradizione sta nell’innovazione. Negli anni di Edoardo Agnelli arrivò il primo in Italia attrezzato per le partite in notturna, vennero introdotti i calciatori professionisti, la Juventus divenne popolare perché la radio trasmetteva gli incontri vincenti del Quinquennio d’oro. La Juventus era innovatrice anche nello stile. Alla vigilia delle partite andava ad accogliere le squadre avversarie alla stazione, le riceveva e le ospitava a pranzo”.

Innovazione Juve:Ce ne sono molte. Siamo diventati la prima società italiana con uno stadio di proprietà. Non solo un’operazione sportiva: è un contributo a valorizzare un’intera zona di Torino, un fatto di cui siamo molto orgogliosi. Come lo siamo delle molte iniziative di responsabilità sociale che abbiamo sviluppato localmente e che quest’anno proporremo alle scuole, per formare i più giovani sui temi della società, della diversità e dell’inclusione, che sono parte integrante del ruolo della Juve in campo e fuori dal campo”.

Juventus Women: “Fino a pochi anni fa il calcio femminile era poco conosciuto e ancora meno considerato. Oggi il movimento è in rapida espansione, e siamo orgogliosi di essere stati all’avanguardia, raccogliendo già grandi soddisfazioni: lo dimostrano i cinque scudetto vinti e le tre coppe Italia. E poi c’è la Next Gen: un impegno che abbiamo iniziato e che continueremo a portare avanti con convinzione, perché significa credere nei nostri giovani talenti e quindi nel futuro del calcio italiano”.

LA PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA

1 Commento

1 Commento

  1. Anonimo

    23 Luglio 2023 at 15:44

    Perfetta sintesi di un grande uomo ma soprattutto,grandissimo tifoso di sport !

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